Descrizione: Il Progetto è rivolto a bambini delle fasce d’età dell’Asilo-Nido, della Scuola dell’ Infanzia e della Scuola Primaria.
Obiettivo del Progetto è l’investimento in età evolutiva a livello terapeutico nonché preventivo affinché i bambini attraverso il fare e le attività, possano vivere esperienze ludiche che favoriscano la loro crescita emotiva, psicologica ed intellettiva.
L’ intervento vuole costituire un aiuto per i bambini, perché all’interno della relazione significativa con il terapista occupazionale, possano scoprire le loro capacità e possibilità, acquistare fiducia, dare spazio e respiro al loro mondo interno ricco di sentimenti e di emozioni, che non restano celate, ma vivono rendendo i bambini stessi protagonisti della propria storia, favorendo così la loro crescita.
Attraverso l’uso dei materiali e le sue trasformazioni, il bambino prova e riprova, scopre, fa ipotesi, sperimenta; il suo agire non è didattico né laboratoriale, ma è autentico, perché nasce dalla SCELTA che gli consente di scoprirsi capace di agire, di pensare e di individuarsi, quindi di “essere”, libero da valutazioni o giudizi.
Il fare non è fine a sé stesso, ma attraverso l’uso dei sensi, fondamentale in questa -e non solo-fascia d’età, il bambino attiva la mente, in un processo in cui entrano in gioco le sue emozioni, la memoria, le immagini, i vissuti.
Il fare del bambino è un fare creativo perché è frutto del suo coinvolgimento e della sua motivazione ad agire o a non agire, liberamente, all’interno del processo dinamico di individuazione.
Questo aspetto è molto importante per i bambini con deficit, con difficoltà, o problematiche di tipo emotivo, poiché spesso aderiscono a richieste comportamentali non interiorizzate e la consapevolezza di sé risulta fragile.
Scoprirsi capace di dare corpo al pensiero e saper trasformare i materiali, reali e non, attraverso le attività ed il gioco, anche simbolico, permette al bambino di muovere i primi passi verso un processo di maturazione dei processi cognitivi.
Nel contesto familiare, scolastico e sociale in senso più ampio, il bambino esprime e manifesta così un nuovo modo di porsi, di essere, sicuramente meno passivo e dipendente, in una dimensione più consapevole ed autentica. E’ fondamentale che la famiglia, la scuola e la società prendano consapevolezza di questo e lo sostengano in questo a volte difficile, ma fondamentale processo evolutivo.
Il terapista occupazionale sorregge e contiene il bambino accompagnandolo in questo processo, inizialmente attraverso la Valutazione attuata mediante le quattro Attività contemplate dal Metodo MOVI: Creta, Collage, Pittura, Puzzle, nonché attraverso il Gioco simbolico e la Conversazione – Intervista sugli interessi.
“Il Fare è espressione dell’Essere” anche nella fase di Valutazione.
La Conversazione sugli interessi: Consente di rilevare i gusti, i desideri, gli interessi del bambino rispetto alle proposte che riguardano la vita quotidiana quali: fare sport, giocare, cucinare, ballare, disegnare, studiare, fare passeggiate, frequentare amici e tante altre ancora. Il bambino si sofferma sulle varie voci, raccontando di sé e fornendo piccoli dettagli che rappresentano una apertura alla domanda d’aiuto.
La Valutazione ci permette di avviare la conoscenza del bambino ( fase di conoscenza reciproca), attraverso le attività proposte egli ci permette di conoscerlo e ci comunica il suo Sé, gli aspetti cognitivi, percettivo-motori, affettivo-relazionali, sociali. Nel contempo, ci permette di conoscere il suo mondo interno: le fantasie, i pensieri, i desideri, i sentimenti, le emozioni.
A questa fase, segue la definizione degli Obiettivi ed il Colloquio di Restituzione della Valutazione ai genitori, per riflettere assieme e condividere il Progetto terapeutico.
Oltre a questa fase iniziale, circa a metà anno scolastico ed al suo termine, è possibile incontrare nuovamente i genitori per lo scambio sul percorso di Terapia Occupazionale vissuto dal bambino, in una fertile modalità di confronto ed investimento che si ripercuote nel contesto familiare ed anche scolastico.
Sono contemplati nel Progetto gli incontri con gli insegnanti, con le figure specialistiche ( psicologa, neuropsichiatra infantile, logopedista, psicomotricista, etc. che seguono il bambino, anche nella fase di elaborazione del P.E.I.).
Ogni bambino frequenta le sedute di Terapia Occupazionale una volta la settimana.
Sono contemplate sedute individuali (50m’) o a piccolo gruppo (60- 70m’ )a seconda del n. dei componenti. E’ prevista inoltre la Terapia Occupazionale congiunta in cui nel setting il bambino è con i genitori.
Il piccolo gruppo costituisce una fertile alchimia per i bambini in quanto scoprono compagni che inizialmente sconosciuti, possono avere interessi , bisogni e curiosità simili od anche diversi dai loro, di qui prendono avvio scelte distinte, e questo rivelarsi man mano, crea gradualmente vicinanza, nella scoperta dell’altro simile a sé.
Condividere lo spazio ed il tempo non più individuale, può creare anche conflitto, pensando di perdere l’esclusiva attenzione del terapista, scoprendo tuttavia che l’altro può essere interessante, perché ha pensieri, desideri, scelte diverse, ma anche comuni e nella interazione reciproca, prendono avvio un tempo ed uno spazio prezioso, ricco di idee, di scontro, di condivisione, di piacere di fare insieme od individualmente, rispettando la scelta dell’altro. E’ questo un importante momento di crescita emotiva ed intellettiva, perché ogni bambino prende e dà all’altro.
Nella stanza di T.O. il bambino sa che quello è un tempo ed uno spazio suo, (setting), dove il “qui ed ora” crea respiro ai suoi pensieri, al suo agire, al dire, nella certezza di sentirsi rassicurato, accolto dal terapista“ compagno vivo”, che lo contiene, che tiene le sue emozioni, i sentimenti, la rabbia, le paure, che possono essere comunicate attraverso il gioco simbolico, per padroneggiarle, prenderne consapevolezza e non averne timore. La Relazione terapeutica è una relazione dinamica e rappresenta la condizione fondamentale per la triangolazione fra: il terapista, il paziente e le attività.
I materiali presenti nella stanza permettono al bambino di vivere in una dimensione in cui il fare non è fine a sé stesso, ma attiva la sua sensorialità, chiave di accesso alla strutturazione del pensiero.
La stanza di Terapia Occupazionale è la “Stanza delle Scelte”.
Un tavolo di falegnameria, un angolo per attività di cucina, una piccola libreria, un piccolo divano, un mobile contenente materiali per attività di pittura, creta, granaglie, collage, tessitura, giochi da tavolo. Un teatro di burattini, strumenti musicali, CD, un cesto per il gioco dei travestimenti, una macchina fotografica istantanea per cogliere l’attimo di ciò che in quel momento il bambino sta vivendo nel suo fare insieme al terapista. Immagini che saranno inserite nelle pagine del suo libro personale e che lo narrano attraverso le sue esperienze, i suoi pensieri, i suoi racconti.
Ogni bambino è accolto nella sua interezza, in una visione olistica della persona, indipendentemente dalla patologia o disturbo, riconoscendo e dando valore alla parte sana sulla quale investire, per avvicinare gradualmente gli aspetti più fragili e sofferenti.
I disturbi psichici ed emotivi hanno radici in sistemi relazionali molto complessi che danneggiano la capacità di pensiero, di comportamento, di movimento; ogni bambino ha una propria reazione alla compromissione delle sue capacità.
Il bambino sperimenta che attraverso il gioco e le attività le sue mani cambiano la realtà, lasciando un segno tangibile: un trenino di cartone, una casetta di legno, i biscotti al cacao, un unicorno di stoffa. I materiali si trasformano, ma questo processo dà l’avvio anche alla trasformazione del mondo interno del bambino.
Il FARE rende viva la relazione terapeutica la rende dinamica, ed è fondamentale per il processo di cambiamento: al centro non c’è la malattia, ma la persona che ci porta il bisogno di essere protagonista della propria storia.
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